La detenzione di materiale esplosivo, anche se realizzato in modo artigianale, integra il reato di detenzione di esplosivi di cui alla legge n. 895 del 1967, e non la fattispecie di detenzione di materie esplodenti di cui all'art. 678 c.p., quando il materiale sequestrato, per la sua quantità e qualità, presenti una potenzialità lesiva equiparabile a quella delle armi da guerra, essendo idoneo a provocare un'esplosione con rilevante effetto distruttivo e dirompente, e quindi assimilabile agli strumenti dotati di idoneità a portare offesa alla vita o all'incolumità personale. Ai fini della valutazione della sussistenza delle esigenze cautelari, il pericolo di recidiva deve essere fondato su elementi specifici e concreti, desunti dalle modalità e circostanze del fatto, nonché dalla personalità dell'indagato, e non può basarsi su mere ipotesi o congetture, come il generico collegamento con ambienti di criminalità organizzata o la capacità di confezionare ordigni esplosivi, in assenza di riscontri probatori. Il giudizio prognostico sulla pericolosità sociale dell'indagato deve essere adeguatamente motivato, evitando valutazioni meramente congetturali.