Il diniego di trasferimento temporaneo ai sensi dell'art. 42-bis del d.lgs. n. 151/2001 deve essere adeguatamente motivato, con riferimento a circostanze concrete e attuali idonee a nuocere in modo effettivo al prestigio e al decoro della pubblica amministrazione, senza che sia sufficiente il mero richiamo a vicende penali pregresse del dipendente. L'amministrazione è tenuta a svolgere un'approfondita istruttoria, valutando tutti gli elementi rilevanti, inclusi quelli favorevoli al dipendente, al fine di bilanciare adeguatamente gli interessi in gioco, tra cui il diritto del lavoratore alla conciliazione tra vita professionale e familiare. Il provvedimento di diniego, pertanto, deve essere sorretto da una motivazione puntuale e congrua, che dia conto dell'esito di tale attività istruttoria e del bilanciamento effettuato, al fine di consentire un effettivo controllo giurisdizionale sulla legittimità dell'atto. In mancanza di tali requisiti, il provvedimento di diniego è illegittimo e deve essere annullato.