Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il diniego di condono edilizio, afferma che l'atto impugnato è illegittimo per contraddittorietà rispetto agli atti presupposti del procedimento, in quanto la relazione istruttoria comunale aveva riconosciuto la condonabilità dell'immobile ai sensi della Legge n. 47/1985, mentre successivamente il Comune aveva richiesto all'istante di presentare un'istanza di compatibilità paesaggistica, senza poi pronunciarsi definitivamente sulla prima istanza di condono. Pertanto, il Tribunale annulla il diniego relativo al condono ex Legge n. 47/1985, rilevando che la mera realizzazione successiva di opere abusive non può giustificare il diniego della domanda di condono, se tali interventi non incidono radicalmente sull'immobile nel suo complesso. Tuttavia, il Tribunale rigetta il ricorso con riferimento al diniego del condono ex Legge n. 326/2003 per il terzo piano dell'immobile, attualmente destinato a casa vacanza, in quanto trattasi di una nuova costruzione con creazione di nuovi volumi e superfici, non rientrante nelle tipologie di abusi minori sanabili in aree vincolate secondo la normativa sul terzo condono.