Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39136 del 11 agosto 2017

ECLI:IT:CASS:2017:39136PEN

Massima

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Il vizio parziale di mente, pur non escludendo totalmente la capacità di intendere e di volere, comporta una grave alterazione delle facoltà cognitive e volitive dell'imputato al momento del fatto, tale da ridurne significativamente la responsabilità penale. In tali casi, il giudice di merito può legittimamente ritenere sussistente la diminuente di cui all'art. 89 c.p., previa attenta valutazione della prova peritale e del complesso degli elementi istruttori, motivando adeguatamente la propria scelta tra le diverse tesi scientifiche prospettate, senza essere vincolato all'adesione acritica a una sola di esse. Il giudizio di fatto così formulato, nel rispetto dei principi di metodo, è incensurabile in sede di legittimità, salvo l'emersione di elementi di seria confutazione delle conclusioni peritali adottate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARCANO Domenico - Presidente

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico Giuseppe - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 25/2015 CORTE ASSISE APPELLO di TORINO, del 23/03/2016;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/04/2017 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MAGI RAFFAELLO;
Udito il Procuratore Generale in persona della Dott.ssa FILIPPI Paola, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
IN FATTO E IN DIRITTO
1. Il GUP del Tribunale di Torino con sentenza resa in data 22 settembre 2015 in esi…

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