Cassazione penale Sez. II sentenza n. 38823 del 4 agosto 2017

ECLI:IT:CASS:2017:38823PEN

Massima

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Ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione nei confronti di appartenenti ad associazioni di tipo mafioso, non è necessaria una particolare motivazione in punto di attuale pericolosità sociale, una volta che l'appartenenza risulti adeguatamente dimostrata e non sussistano elementi dai quali ragionevolmente desumere che essa sia venuta meno per effetto del recesso personale, non essendo dirimente a tal fine il mero decorso del tempo dall'adesione al gruppo o dalla concreta partecipazione alle attività associative. L'attualità della pericolosità sociale può essere desunta dalla permanenza di collegamenti e contatti con il sodalizio criminoso, nonché dalla mancanza di prova della disarticolazione del proposto dal medesimo, anche in assenza di nuovi episodi delittuosi. In tali ipotesi, il giudice è legittimato ad applicare le misure di prevenzione personali e patrimoniali previste dalla legge, sulla base di una motivazione che, pur non dovendo essere particolarmente approfondita, deve comunque essere logica e coerente rispetto agli elementi di fatto acquisiti, senza che sia necessario un accertamento specifico in ordine all'attualità della pericolosità sociale. Il mero decorso del tempo dalla condanna definitiva per il reato di associazione di tipo mafioso non è di per sé sufficiente a far venir meno la presunzione di pericolosità sociale, in assenza di elementi che dimostrino l'effettiva disarticolazione del soggetto dal contesto criminale di riferimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso il decreto del 30/06/2016 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere MIRELLA CERVADORO;
lette/sentite le conclusioni del PG.
Letta la requisitoria del sostituto procuratore generale, nella persona della dott.ssa Franca Zacco, la quale ha concluso chiedendo che il ricorso venga dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto in data 12.5.2016, la Corte d'Appello di Napoli ha parzialmente riformato il …

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