La confisca di beni ai sensi dell'art. 12-sexies della L. n. 356 del 1992 (oggi art. 85-bis del D.P.R. n. 309 del 1990) può essere disposta anche in assenza di un nesso diretto e immediato tra i beni e il reato commesso, essendo sufficiente la mera sproporzione tra il valore dei beni e i redditi dichiarati dall'imputato. Tale confisca non presuppone uno stretto collegamento con il reato, potendo riguardare anche beni acquisiti in epoca anteriore, a prescindere dall'effettivo valore del profitto da esso ritraibile. L'onere di fornire una attendibile e circostanziata giustificazione circa la legittima provenienza dei beni grava sull'imputato, il quale deve dimostrare non solo la conformità al proprio reddito fiscale, ma anche la capacità patrimoniale complessiva, anche derivante da attività economiche. Ove l'imputato non fornisca tale prova liberatoria, la sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati legittima l'applicazione della confisca, anche in assenza di un nesso di derivazione immediata dal reato, purché i beni non risultino ictu oculi estranei al reato per essere stati acquisiti in epoca eccessivamente distante dalla commissione del fatto.