Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 16850 del 16 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:16850PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, sfruttando il proprio ruolo istituzionale, accetta denaro o altra utilità non dovuti da un privato, al fine di asservire la propria funzione pubblica agli interessi di quest'ultimo, integra il reato di corruzione per l'esercizio della funzione di cui all'art. 318 c.p., anche in assenza di un atto amministrativo specificamente individuato, essendo sufficiente che le dazioni indebite siano finalizzate a retribuire in modo stabile e continuativo l'esercizio della funzione pubblica a vantaggio del privato corruttore. La fattispecie si realizza pertanto quando il pubblico ufficiale mette stabilmente a disposizione del privato la propria posizione e le proprie prerogative funzionali, senza che sia necessario il compimento di un atto amministrativo determinato, essendo invece sufficiente che le utilità ricevute siano collegate in modo sinallagmatico all'esercizio della funzione pubblica, a prescindere dalla legittimità o meno dei singoli provvedimenti adottati. Il reato sussiste anche quando le dazioni di denaro non risultino direttamente proporzionate al valore economico del contratto o dell'atto amministrativo oggetto dello scambio corruttivo, atteso che l'attuale formulazione dell'art. 318 c.p. non richiede più tale requisito di proporzionalità, essendo sufficiente l'accertamento dell'asservimento della funzione pubblica agli interessi privati. Inoltre, la valutazione circa la legittimità dell'atto amministrativo adottato dal pubblico ufficiale non incide sulla configurabilità del reato, essendo irrilevante ai fini della sussistenza della fattispecie di corruzione per l'esercizio della funzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/04/2017 della CORTE di APPELLO di MILANO;
udita, in pubblica udienza del 20/03/2018, la relazione svolta dal Consigliere Dr. TRONCI ANDREA;
sentite le conclusioni del PG, in persona del Sostituto Procuratore Dr. CANEVELLI PAOLO, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
sentito il difensore della parte civile, avv. (OMISSIS), del Foro di Milano, il quale ha depositato conclusioni scritte e nota spese;
sentito i…

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