Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'aggravante dei futili motivi è configurabile quando l'omicidio, pur originato da una situazione di disagio coniugale, è determinato non tanto da un abnorme desiderio di vita in comune o da una spinta delittuosa lieve e altrimenti componibile, quanto piuttosto dall'esigenza di punire la vittima per la sua insubordinazione e il mancato rispetto della volontà di autodeterminazione, in una visione proprietaria e arcaica del rapporto di coppia. In tali casi, la sproporzione tra il reato concretamente realizzato e il motivo che lo ha determinato, nonché il carattere assolutamente ingiustificato dello stimolo esterno, integrano gli elementi costitutivi dell'aggravante dei futili motivi, a prescindere dalla sussistenza di fattori psicopatologici. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche è altresì adeguatamente motivato quando si basa sull'efferatezza della condotta, sull'atteggiamento possessivo dell'agente e sull'assenza di elementi positivi, come la confessione o l'incensuratezza, che risultano recessivi rispetto agli indici di maggiore colpevolezza.