Il dolo nel reato di contraffazione di banconote non può essere desunto automaticamente dalla prova della commissione di altri reati connessi, come la contraffazione di marche da bollo, in assenza di elementi probatori specifici che dimostrino la consapevolezza e la volontà dell'imputato di detenere e ricevere la banconota falsa al fine di metterla in circolazione. Pur essendo accertata la responsabilità dell'imputato per la contraffazione di marche da bollo, ciò non è sufficiente a ritenere provato il dolo anche per il reato di cui all'art. 453 c.p. sulla contraffazione di banconote, dovendosi valutare autonomamente la sussistenza di tale elemento soggettivo in relazione a ciascuna fattispecie contestata. Pertanto, la sentenza di condanna per il reato di cui all'art. 453 c.p. deve essere adeguatamente motivata in ordine alla prova del dolo specifico dell'imputato, non potendo tale elemento essere desunto in via automatica dalla commissione di altri reati connessi. La mancanza di una motivazione specifica su tale aspetto determina l'annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo esame.