Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29187 del 12 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:29187PEN

Massima

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Il reato di ingiuria, in precedenza previsto dall'art. 594 c.p., è stato depenalizzato e trasformato in illecito civile dal D.Lgs. n. 7/2016, con applicazione retroattiva della nuova disciplina ai fatti anteriori. Pertanto, la condanna per il reato di ingiuria deve essere annullata senza rinvio, in quanto il fatto non è più previsto dalla legge come reato. Inoltre, in relazione al reato di minaccia, la generica frase "vedrai cosa ti faccio" pronunciata dall'imputato non integra gli estremi del reato, in quanto la sua indeterminatezza e palese insufficiente attitudine ad intimorire la vittima non consentono di ritenere provata la limitazione della sua libertà psichica mediante la prospettazione di un pericolo di un male ingiusto. Pertanto, anche la condanna per il reato di minaccia deve essere annullata in quanto il fatto non sussiste.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 32/2014 GIUDICE DI PACE di ACQUI TERME, del 03/02/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA MICCOLI;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. CORASANITI Giuseppe, ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
Per l'imputato, l'avv. (OMISSIS) ha concluso chiedendo l'assoluzione perche…

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