Il giudice, in caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti ai sensi dell'art. 444 c.p.p. per i reati di cui agli artt. 589-bis e 590-bis c.p., può disporre, in alternativa alla revoca della patente di guida, la sospensione della stessa ai sensi dell'art. 222, comma 2, secondo e terzo periodo, del Codice della Strada, qualora non ricorrano le circostanze aggravanti previste dai rispettivi commi 2 e 3 degli artt. 589-bis e 590-bis c.p. Tale facoltà è stata introdotta dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 88 del 2019, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 222, comma 2, quarto periodo, del Codice della Strada nella parte in cui non prevedeva tale alternativa. Il giudice, pertanto, deve motivare adeguatamente la scelta della sanzione amministrativa accessoria, tenendo conto del mutato quadro normativo e del principio di successione di leggi nel tempo, in base al quale l'imputato ha diritto di beneficiare della legge successiva che prevede una sanzione meno severa, fino all'intervento di una sentenza passata in giudicato.