Il provvedimento di revoca dell'assegnazione di un alloggio economico e popolare realizzato con il concorso o il contributo dello Stato è legittimo qualora l'assegnatario risulti proprietario, al momento dell'assegnazione, di altra abitazione nello stesso centro urbano idonea alle esigenze del proprio nucleo familiare, ai sensi dell'art. 31, lett. a), del R.D. n. 1165/1938, anche se l'intervento edilizio della cooperativa non sia stato integralmente finanziato con fondi pubblici. L'amministrazione è tenuta a verificare la sussistenza dei requisiti di assegnazione in capo all'assegnatario in data antecedente al provvedimento di assegnazione, e il mancato effettivo trasferimento della residenza nell'alloggio assegnato entro il termine previsto è elemento sufficiente per disporre la revoca, a prescindere dalla formale data di assegnazione, ove risulti che l'alloggio sia stato nel frattempo occupato da terzi. Il provvedimento di revoca, adottato a seguito di tale verifica, non viola i principi in materia di autotutela amministrativa, in quanto non si configura come annullamento di un precedente provvedimento favorevole, bensì come accertamento della mancanza originaria dei requisiti di ammissione al beneficio dell'assegnazione, rientrante nella giurisdizione del giudice amministrativo.