Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38331 del 30 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:38331PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando le espressioni utilizzate, valutate secondo un criterio di medianità che rispecchi le reazioni dell'uomo comune, siano idonee a incutere timore nel soggetto passivo, menomandone la sfera della libertà morale, a prescindere dall'effettiva lesione del bene tutelato. Non rileva che le espressioni minacciose siano state pronunciate nell'ambito di un contesto conflittuale, né che l'agente abbia inteso esercitare una presunta facoltà legittima, essendo sufficiente che il male prospettato sia idoneo a suscitare timore nella vittima, anche in assenza di una finalità conciliativa. La valutazione dell'idoneità della minaccia a realizzare tale finalità deve essere effettuata in concreto, avendo riguardo al tenore delle espressioni utilizzate, alla prospettazione di un male ingiusto e al contesto in cui le stesse sono state pronunciate, senza che assumano rilievo eventuali intenti di conciliazione smentiti dal tenore complessivo della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) FA. SA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 05/12/2008 TRIB.SEZ.DIST. di PATERNO';

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. PIZZUTI GIUSEPPE;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. Bua Francesco, (rigetto del ricorso);

udito il difensore avv. Mongoni Riccardo.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza del 5.12.2008 il…

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