Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26626 del 17 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:26626PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio commesso mediante l'utilizzo di un'arma da punta e da taglio, con pluralità di colpi inferti alla vittima in zone vitali del corpo, integra il dolo specifico di uccidere, non essendo sufficiente, ai fini dell'esclusione della sussistenza dell'animus necandi, la mancanza di pericolo di vita per la vittima o la condotta successiva dell'aggressore. La legittima difesa non può essere riconosciuta quando l'entità della reazione dell'imputato, in condizioni di evidente superiorità fisica rispetto alla vittima, risulti sproporzionata rispetto all'offesa subita, dovendosi valutare la possibilità per l'imputato di fronteggiare altrimenti l'aggressione. La regola di giudizio della certezza processuale impone al giudice di vagliare criticamente le ipotesi alternative emerse dal compendio probatorio, dando conto della loro inconsistenza o marginalità rispetto a quella ritenuta provata, senza che il giudice di legittimità sia tenuto a verificare la consistenza e ragionevolezza di tali ipotesi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - rel. Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/04/2018 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MICHELE BIANCHI;.
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ZACCO FRANCA, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza pronunciata in data 11.4.2018 la Corte di appello di Milano, in parziale riforma della senten…

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