Cassazione penale Sez. II sentenza n. 18098 del 2 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18098PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente prospetta alla vittima un male certo e realizzabile ad opera sua o di altri, ponendola nell'ineluttabile alternativa di subire il pregiudizio minacciato o di consegnare il denaro o altro bene richiesto, realizzando così l'ingiusto profitto. Tale fattispecie si distingue dalla truffa, in cui il male ventilato è solo eventuale e inesistente, in modo che la persona offesa si determina alla prestazione indotta in errore dalla rappresentazione di un pericolo inesistente. Pertanto, la consumazione del reato di estorsione non è esclusa dalla circostanza che la consegna del denaro all'estorsore da parte della vittima avvenga in presenza delle forze dell'ordine, purché il reo abbia conseguito il possesso del denaro, anche se solo per una breve frazione temporale, prima dell'intervento delle autorità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. DAVIGO Piercamill - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS) l'(OMISSIS);
avverso la sentenza emessa in data 23/03/2015 della Corte di Appello di Torino;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. AGOSTINACCHIO Luigi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CARDIA Delia, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 23/03/2015 la Corte di Appello di Torino confermava la sentenza em…

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