Il reato di cui all'art. 14, comma 5-ter, del D.Lgs. n. 286/1998, relativo alla permanenza irregolare dello straniero nel territorio dello Stato dopo l'ordine di allontanamento, non è più configurabile a seguito della diretta applicazione nel diritto interno della Direttiva 2008/115/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, la quale osta a una normativa nazionale che preveda l'irrogazione della pena della reclusione al cittadino di un Paese terzo il cui soggiorno sia irregolare per la sola ragione che questi, in violazione di un ordine di lasciare entro un determinato termine il territorio di tale Stato, permane in detto territorio senza giustificato motivo. Pertanto, il giudice nazionale è tenuto a disapplicare ogni disposizione del D.Lgs. n. 286/1998 contraria al risultato della citata direttiva, segnatamente l'art. 14, comma 5-ter, determinando così una sorta di abolitio criminis che impone l'assoluzione per il fatto non più previsto dalla legge come reato, anche in caso di sentenza emessa a seguito di patteggiamento. Tale principio si applica ai fatti realizzati dopo la scadenza del termine per il recepimento della direttiva, mentre la successiva modifica normativa introdotta dalla Legge n. 129/2011 non realizza continuità con la precedente disciplina, configurando una nuova fattispecie incriminatrice applicabile ai soli fatti successivi alla sua entrata in vigore.