Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di demolizione di un impianto di distribuzione carburanti e il diniego di variante urbanistica, afferma che: 1. In caso di annullamento giurisdizionale del titolo abilitativo, l'Amministrazione è tenuta a valutare preliminarmente la possibilità di rimuovere i vizi riscontrati mediante l'adozione di una variante urbanistica, prima di procedere alla demolizione dell'opera, che costituisce l'extrema ratio. 2. L'Amministrazione deve motivare adeguatamente l'impossibilità di eliminare i vizi del titolo annullato attraverso la riedizione del potere, contemperando l'interesse pubblico al ripristino della legalità con il legittimo affidamento del privato che ha realizzato l'opera in buona fede. 3. Qualora non sia possibile la rimozione dei vizi, l'Amministrazione deve applicare la sanzione pecuniaria prevista dall'art. 38 del D.P.R. 380/2001, in alternativa alla demolizione, al fine di tutelare l'affidamento del privato. 4. L'Amministrazione è tenuta a rispettare le garanzie partecipative del privato nel procedimento, attivando il soccorso istruttorio e comunicando il preavviso di diniego, anche in caso di provvedimenti a natura vincolata, al fine di consentire l'integrazione documentale e la presentazione di osservazioni. 5. Il sopravvenire di nuovi strumenti urbanistici che consentano la realizzazione dell'opera, successivamente all'adozione dei provvedimenti impugnati, comporta la necessità di una nuova valutazione da parte dell'Amministrazione, al fine di verificare la possibilità di rimuovere i vizi riscontrati.