Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13598 del 24 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:13598PEN

Massima

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Il militare che, pur non essendo in servizio, si qualifica come tale e richiama il proprio grado nei confronti di altri militari, proferendo nei loro confronti frasi offensive e minacciose, commette il reato di insubordinazione con ingiuria e minaccia di cui agli articoli 196 e 199 del codice penale militare di pace. Ciò in quanto il richiamo al grado e alla qualità militare, anche in situazioni extrasevizio, integra il nesso con la disciplina militare, rendendo applicabili le relative fattispecie incriminatrici, a prescindere dalla condizione di servizio attivo del soggetto agente. L'interpretazione costituzionalmente orientata della normativa militare esclude che la causa di esclusione del reato prevista dall'articolo 199 c.p.m.p. possa operare in tali ipotesi, in cui il militare, pur non essendo in servizio, abbia comunque richiamato la propria posizione gerarchica e la disciplina militare nel contesto del fatto contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 11/2012 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA del 13/06/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in pubblica udienza del 09/07/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. Angela Tardio;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. FLAMINI Luigi Maria, che ha concluso chiedendo dichiararsi la inammissibilita' del ricorso;

udito per il ricorrente l'avv. (OMISSIS), che ha chiesto…

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