Il provvedimento di esclusione di un socio da un'associazione per gravi fatti a suo carico, in contrasto con le finalità dell'associazione, è legittimo qualora il socio, pur essendo a conoscenza della situazione di disagio creata agli altri soci a causa del suo comportamento, rifiuti di rimuovere tempestivamente la propria imbarcazione dal pontile dell'associazione, in violazione del principio di buona fede. L'associazione non è tenuta a valutare soluzioni alternative, potendo legittimamente deliberare l'espulsione sulla base della condotta antisociale del socio, anche in assenza di un obbligo espresso di rimozione dell'imbarcazione entro un termine prestabilito. Il giudizio di merito sulla sussistenza dei presupposti per l'esclusione, basato sull'interpretazione dello statuto associativo, è incensurabile in sede di legittimità, salvo la violazione di norme ermeneutiche, onere che il ricorrente non ha assolto.