Il potere di annullamento della Soprintendenza sulle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dai Comuni è limitato al sindacato di legittimità, senza possibilità di riesame nel merito delle valutazioni discrezionali già compiute dall'ente subdelegato. Pertanto, il provvedimento di annullamento è illegittimo quando la motivazione si riduce ad affermazioni apoditiche sulla alterazione dei tratti caratteristici della località protetta, senza alcun specifico riferimento alla reale situazione di fatto degli immobili e alla concreta incidenza con i valori paesistici. Inoltre, il provvedimento di annullamento è viziato da eccesso di potere per difetto di motivazione e contrasto tra i presupposti di fatto considerati e la motivazione, quando quest'ultima non corrisponde alla situazione descritta nel provvedimento annullato. Infine, la subdelegabilità al Comune del parere paesaggistico ai sensi dell'art. 32 della legge n. 47 del 1985 sussiste anche per le opere realizzate successivamente al 1° ottobre 1983 e non oltre il 31 dicembre 1993, in base all'art. 1, comma 6, della legge regionale n. 59 del 1995.