Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17697 del 23 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:17697PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La disciplina della "contestazione a catena" di cui all'art. 297, comma 3, c.p.p., che consente la retrodatazione del termine di durata massima della custodia cautelare, trova applicazione soltanto quando i reati oggetto delle ordinanze cautelari cronologicamente successive siano stati commessi in data anteriore all'emissione della prima ordinanza cautelare. Pertanto, tale disciplina non si applica quando il reato associativo contestato con la seconda ordinanza cautelare risulta commesso anche in epoca successiva all'adozione della prima ordinanza, in quanto in tal caso si è in presenza di una condotta di partecipazione alla medesima associazione criminosa protrattasi oltre la data di emissione della prima misura cautelare, configurando così un fatto di reato ontologicamente diverso rispetto a quello contestato con la precedente ordinanza, ancorché riguardante il medesimo sodalizio criminale. Inoltre, ai fini dell'applicabilità della "contestazione a catena", è necessario che gli elementi indiziari valorizzati per l'adozione del provvedimento cautelare successivo fossero desumibili dagli atti del procedimento in cui era stato emesso il provvedimento coercitivo anteriore, alla data in cui in tale procedimento era stato disposto il rinvio a giudizio dell'imputato, non essendo sufficiente la mera connessione qualificata tra i reati oggetto dei due provvedimenti cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 11/11/2013 del Tribunale di Reggio Calabria;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale CESQUI Elisabetta, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con l'ordinanza sopra indicata il Tribunale di Reggio Calabria…

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