Cassazione penale Sez. V sentenza n. 43373 del 23 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:43373PEN

Massima

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La revoca della misura cautelare coercitiva postula il mutamento, in senso favorevole all'indagato, del quadro indiziario e/o delle esigenze cautelari rispetto al momento dell'adozione del provvedimento. In assenza di sopravvenute ragioni positive, il cui onere di allegazione incombe sull'indagato, la relativa istanza è inaccoglibile. La presunzione di pericolosità sociale di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. per i soggetti ritenuti concorrenti esterni nell'organizzazione mafiosa può essere superata solo quando sia dimostrato che l'associato abbia stabilmente rescisso i suoi legami con l'organizzazione criminosa, con la conseguenza che al giudice di merito incombe l'esclusivo onere di dare atto dell'inesistenza di elementi idonei a vincere tale presunzione. Il comportamento processuale collaborativo dell'indagato, pur se positivo per le indagini, non è di per sé sufficiente a determinare il venir meno delle originarie esigenze cautelari, qualora non sia dimostrato il suo effettivo distacco dall'organizzazione criminale contestata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1660/2012 TRIB. LIBERTA' di CATANIA, del 30/11/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DE BERARDINIS SILVANA;

sentite le conclusioni del PG Dott. CESQUI Elisabetta, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) e Avv. (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza in data 30.11.2012 il Tribunale del riesame di Catania rigettava l'appello pro…

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