Il reato di detenzione di materiale pedopornografico sussiste anche in caso di successiva cancellazione dei file, in quanto l'avvenuta eliminazione determina solo la cessazione della permanenza del reato e non l'elisione ex tunc della rilevanza penale della condotta per il periodo antecedente alla cancellazione, durante il quale il soggetto ha comunque detenuto il materiale illecito. Inoltre, l'installazione e l'utilizzo di programmi di file sharing comporta la consapevolezza e l'accettazione della condivisione automatica dei contenuti scaricati, integrando così il dolo di divulgazione del materiale pedopornografico. Il giudizio di comparazione tra circostanze attenuanti e aggravanti, implicando una valutazione discrezionale tipica del giudizio di merito, è sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà, dovendo il giudice di appello motivare adeguatamente la soluzione adottata sulla base dei parametri di cui all'art. 133 c.p.