Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, nell'esercizio della propria funzione giurisdizionale, ha stabilito che il Comune di Roma, nell'adottare le deliberazioni che hanno determinato un significativo aumento delle tariffe per il rilascio dei permessi di accesso alle Zone a Traffico Limitato (ZTL), ha esercitato il proprio potere discrezionale in modo non conforme ai principi generali dell'agire amministrativo. In particolare, il Tribunale ha rilevato che l'amministrazione comunale non ha supportato adeguatamente la propria scelta con una istruttoria completa e approfondita, volta a verificare la proporzionalità dell'aumento tariffario rispetto agli obiettivi di riduzione dell'inquinamento e di miglioramento della mobilità pubblica perseguiti. Nello specifico, il Tribunale ha evidenziato come l'amministrazione non abbia adeguatamente valutato e ponderato tutti gli interessi in gioco, tra cui quelli dei residenti nelle ZTL, e non abbia dimostrato la necessità e l'idoneità dell'aumento tariffario per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, anche in relazione alle misure alternative di mobilità sostenibile previste nel Piano Generale del Traffico Urbano. Pertanto, il Tribunale ha accolto il ricorso, rilevando come l'esercizio del potere discrezionale dell'amministrazione comunale nella determinazione delle tariffe per l'accesso alle ZTL debba necessariamente fondarsi su un'adeguata istruttoria e rispondere ai principi di logicità e proporzionalità, al fine di assicurare un corretto bilanciamento tra gli interessi pubblici e privati coinvolti.