Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39253 del 28 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:39253PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La motivazione di un provvedimento cautelare deve indicare in modo specifico e congruo gli elementi di fatto e di diritto che giustificano l'adozione della misura, con particolare riferimento al ruolo e alla posizione dell'indagato, alla gravità indiziaria a suo carico, nonché alla sussistenza e attualità delle esigenze cautelari. L'apprezzamento di tali elementi da parte del giudice del riesame, se sorretto da argomentazione logica e coerente con il complessivo materiale probatorio, non è sindacabile in sede di legittimità, se non per vizi di manifesta illogicità o contraddittorietà. Pertanto, il giudice di legittimità non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, ma deve limitarsi a verificare la correttezza della motivazione adottata, senza poter riesaminare il merito della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GARRIBA Tito - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. DO. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 505/2011 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 29/07/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CARLO CITTERIO;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. D'AMBROSIO Vito per il rigetto;

udito il difensore avv. SAVOIA per l'accoglimento.

RAGIONI DELLA DECISIONE

1. Avverso l'ordinanza del Tribunale di Lecce, che in data 29.7-16.8.2…

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