Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il pagamento di una somma di denaro da parte della persona offesa all'imputato non integra automaticamente il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, qualora risulti documentalmente collegato a pregressi rapporti economici e commerciali tra le parti, anche se tali rapporti siano stati oggetto di contestazioni e richieste di ulteriori somme da parte dell'imputato. Spetta al giudice di merito, alla luce di tutte le risultanze processuali, comprese le dichiarazioni della persona offesa e la documentazione contabile acquisita, verificare la natura del pagamento, se cioè esso sia riconducibile a un debito pregresso o a una pretesa estorsiva, valutando in particolare la compatibilità tra il contenuto della ricevuta rilasciata e le dichiarazioni della persona offesa circa le ragioni del versamento. Ove emergano contraddizioni o incertezze su tali profili, il giudice è tenuto a un più approfondito esame della questione, senza poter fondare la condanna per estorsione sulla sola base di intercettazioni telefoniche che evidenzino richieste di denaro da parte dell'imputato, senza adeguato riscontro nelle altre risultanze probatorie.