Cassazione penale Sez. II sentenza n. 32557 del 19 agosto 2011

ECLI:IT:CASS:2011:32557PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della configurabilità dell'esigenza cautelare di cui all'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., può essere desunto anche dalle specifiche modalità e circostanze del fatto, considerate nella loro obiettività, in quanto la valutazione negativa della personalità dell'indagato può trarsi tenendo presenti i criteri stabiliti dall'art. 133 c.p. Pertanto, l'attribuzione alle medesime modalità e circostanze di una duplice valenza, sia sotto il profilo della valutazione della gravità del fatto sia sotto quello dell'apprezzamento della capacità a delinquere, discende dalla considerazione che la condotta tenuta in occasione del reato, in particolare la capacità delinquenziale reiterata nel tempo, costituisce un elemento specifico significativo per valutare la personalità dell'agente e l'attualità delle esigenze cautelari. Inoltre, il giudice della cautela, nel valutare l'idoneità della misura imposta ai fini di soddisfare le descritte esigenze di prevenzione, deve tenere conto della specifica idoneità della misura stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. PAGANO Filiberto - rel. Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MI. AN. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 7/2011 TRIB. LIBERTA' di TARANTO, del 15/01/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIBERTO PAGANO;

sentite le conclusioni del PG Dott. Antonio Mura, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA

Mi. An. ricorre avverso l'ordinanza del Tribunale del Riesame di Taranto in data 15 gennaio 2011 che, in sede di riesame, ha conferm…

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