Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 35635 del 22 settembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:35635PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, dispone di denaro pubblico di cui ha la disponibilità per ragione del servizio, realizza il reato di peculato qualora se ne appropri, anche in assenza di un danno patrimoniale effettivo per l'amministrazione, in quanto il delitto si consuma con la semplice distrazione della cosa mobile altrui dalla sua destinazione pubblica, a prescindere dalla sussistenza di un arricchimento personale. Tuttavia, tale condotta non integra il peculato quando il pubblico ufficiale agisca in buona fede, nella convinzione di poter disporre legittimamente di somme a lui spettanti, in assenza di una piena percezione della realtà effettuale e di un accordo criminoso, e provveda tempestivamente alla restituzione delle somme prima dell'intervento dell'autorità giudiziaria. In tali casi, la condotta può essere ricondotta al meno grave reato di abuso d'ufficio, qualora il pubblico ufficiale abbia destinato il denaro a finalità diverse da quelle istituzionali, senza tuttavia perseguire un interesse esclusivamente personale. La valutazione della sussistenza del dolo e della configurabilità del peculato o dell'abuso d'ufficio richiede un'accurata ricostruzione fattuale delle concrete modalità di svolgimento dell'attività del pubblico ufficiale, del suo grado di autonomia operativa, dei controlli effettuati dai superiori gerarchici e dell'effettiva percezione della natura illecita della condotta, al fine di accertare la consapevolezza dell'appropriazione indebita e l'assenza di una legittima convinzione di poter disporre delle somme.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - rel. Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa dalla Corte di appello di Milano il 16/02/2022;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa Perla Lori, che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Milano ha sostanzialmente confermato la sentenza con cui (OMISSIS) e' stata condannata per il delitto di peculato.
All'imputata e…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.