Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 46015 del 11 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:46015PEN

Massima

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Il reato di istigazione alla corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio (art. 322 c.p., comma 2) si configura con la semplice condotta dell'offerta o della promessa di denaro o di altra utilità, purché seria, potenzialmente e funzionalmente idonea ad indurre il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai suoi doveri d'ufficio, tale da determinare una rilevante probabilità di causare un turbamento psichico nel destinatario, facendo sorgere il pericolo che egli accetti l'offerta o la promessa. L'idoneità della condotta va valutata con un giudizio "ex ante" che tenga conto dell'entità del compenso, delle qualità personali del destinatario e della sua posizione economica, nonché di ogni altra connotazione del caso concreto, con esclusione del reato soltanto se manchi l'idoneità potenziale dell'offerta o della promessa a conseguire lo scopo perseguito dall'autore per l'evidente quanto assoluta impossibilità del pubblico ufficiale di tenere il comportamento illecito richiestogli. Pertanto, il reato si configura anche quando l'offerta sia effettuata in modo "spavaldo" e con carattere progressivo, al fine di ostentare le concrete possibilità economiche dell'agente, in un contesto in cui il pubblico ufficiale sia già impegnato nell'accertamento di una condotta illecita dell'offerente, come nel caso di un conducente sottoposto a controlli per stato di ebbrezza alcolica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAOLONI Giacomo - Presidente

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - rel. Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato ad (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/09/2016 della Corte di appello dell'Aquila;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Laura Scalia;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. MARINELLI Felicetta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello dell'Aquila con sentenza in epigrafe indicata ha confermato q…

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