Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22408 del 4 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:22408PEN

Massima

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Il reato di ricettazione può essere configurato anche nei confronti di chi, pur non avendo concorso direttamente nella perpetrazione dei reati-presupposto, sia consapevole della loro consumazione e ne accolga i proventi, rivestendo il ruolo di "collettore" nell'ambito di un'associazione mafiosa. In tali casi, la condotta dell'imputato, pur non integrando gli estremi delle originarie imputazioni di estorsione, risulta penalmente rilevante ai sensi del reato di ricettazione, in ragione della sua consapevolezza della provenienza delittuosa dei beni e della sua attiva partecipazione alla riscossione dei proventi illeciti. La valutazione della gravità del fatto, ai fini della determinazione della pena, deve tenere conto della rilevante offensività della condotta, della reiterazione delle azioni criminose in un lungo arco temporale e dei precedenti penali dell'imputato, senza che sia necessario un esplicito richiamo ai criteri di cui all'art. 133 c.p., purché la motivazione risulti adeguata e logicamente coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovan - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. COLLA Giorgi - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massim - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

LE. Sa., n. a (OMESSO);

nei confronti della sentenza in data 21 aprile 2006 della Corte d'appello di Catania;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLLA Giorgio;

udito il Procuratore generale nella persona del sostituto Dott. DI CASOLA Carlo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avvocato VISCUSO Palmira Mirella.

FATTO E DIRITTO

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