Il giudice legittimamente dispone l'esclusione del socio dalla società in presenza di gravi inadempimenti, quali il compimento di plurimi pretestuosi ricorsi all'autorità giudiziaria, che abbiano determinato una lesione del patrimonio sociale e la definitiva compromissione del legame societario. L'esclusione del socio per giusta causa, ai sensi dell'art. 2286 c.c., rappresenta uno strumento di tutela dell'integrità e della stabilità dell'organizzazione societaria, volto a preservare l'interesse della società e degli altri soci dal comportamento gravemente pregiudizievole di un singolo partecipante. Il giudice, nel valutare la sussistenza della giusta causa di esclusione, deve apprezzare la gravità e la reiterazione delle condotte inadempitive del socio, che abbiano concretamente compromesso il regolare svolgimento dell'attività sociale e il raggiungimento dello scopo comune. L'esclusione, pertanto, costituisce una legittima sanzione per il socio che, con il proprio comportamento, abbia irrimediabilmente leso il vincolo fiduciario alla base del rapporto societario, pregiudicando in modo irreversibile la possibilità di una proficua collaborazione nell'ambito dell'impresa comune.