Il provvedimento amministrativo di rigetto dell'istanza di conversione del permesso di soggiorno da motivi umanitari a motivi di lavoro subordinato è illegittimo quando l'Amministrazione, sulla base di sommarie informazioni rese da un vicino di casa del datore di lavoro, afferma la fittizietà del rapporto di lavoro, in contrasto con la documentazione prodotta dal richiedente comprovante l'esistenza del rapporto lavorativo. In tali casi, l'Amministrazione è tenuta a svolgere un'adeguata istruttoria, non potendo fondare il provvedimento di rigetto su elementi di mero sospetto o su informazioni rese da soggetti terzi privi di conoscenza diretta dei fatti. Il principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, di cui all'art. 97 Cost., impone all'Amministrazione di accertare con diligenza la veridicità dei presupposti di fatto posti a fondamento del provvedimento, senza limitarsi a valutazioni sommarie o a indizi di scarso rilievo probatorio. Inoltre, il provvedimento di rigetto deve essere adeguatamente motivato, con puntuale indicazione degli elementi di fatto e di diritto che lo sorreggono, in modo da consentire al destinatario di comprendere le ragioni della decisione e di poter esercitare effettivamente il diritto di difesa.