Cassazione penale Sez. III sentenza n. 36792 del 25 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:36792PEN

Massima

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Il tentativo di violenza sessuale è configurabile anche in assenza di contatto fisico tra l'imputato e la persona offesa, purché la condotta tenuta dall'agente denoti l'inequivoca intenzione di raggiungere l'appagamento dei propri istinti sessuali e l'oggettiva idoneità a violare la libertà di autodeterminazione sessuale della vittima. Tuttavia, quando l'interazione tra le parti avviene mediante comunicazione a distanza, come nel caso di conversazioni via chat, il giudice di merito deve valutare con particolare attenzione e adeguata motivazione gli elementi che comprovano tale univocità di intenti e lesione della libertà di autodeterminazione, tenendo conto della peculiarità della fattispecie concreta caratterizzata dall'assenza di contatto fisico diretto e dalla modalità di interazione a distanza. In particolare, il giudice deve accertare: a) l'inequivoca intenzione dell'imputato di soddisfare la propria concupiscenza, escludendo ogni diverso scopo come quello di mera molestia o ludico; b) l'oggettiva idoneità della condotta a violare la libertà sessuale della vittima. Solo ove tali requisiti siano puntualmente dimostrati, può ritenersi integrato il tentativo di violenza sessuale, anche in assenza di contatto fisico diretto tra le parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. LIBERATI Giovanni - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. CIRIELLO Antonella - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/03/2016 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANTONELLA CIRIELLO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. GIUSEPPE CORASANITI che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.- La Corte di appello di Milano ha confermato, quanto alla responsabilita', la sent…

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