La Soprintendenza, nell'esercizio della sua funzione consultiva e vincolante in materia di autorizzazione paesaggistica, non può limitarsi a un mero controllo di legittimità formale dell'operato dell'amministrazione comunale delegata, ma deve effettuare una valutazione tecnico-discrezionale sull'impatto paesaggistico dell'intervento, tenendo conto anche di eventuali deroghe previste dalla normativa di settore. Pertanto, la Soprintendenza è tenuta a motivare adeguatamente il proprio parere negativo, considerando la possibilità di deroga ai vincoli paesaggistici per la realizzazione di impianti tecnologici ed infrastrutturali di pubblica utilità, ai sensi dell'art. 22 delle NTA del Piano Territoriale Paesistico. Inoltre, la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici non può fondare il proprio parere negativo su un vincolo archeologico già annullato in sede giurisdizionale, essendo tale provvedimento privo di efficacia. La valutazione della Soprintendenza Speciale deve pertanto limitarsi agli aspetti di sua specifica competenza, senza richiamare valutazioni di altra Soprintendenza su profili estranei alla propria sfera di attribuzione.