Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16355 del 15 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:16355PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) di cui all'art. 612-bis c.p. si configura anche in presenza di sole due condotte di minaccia, molestia o lesione, purché reiterate e idonee a cagionare nella persona offesa un grave e perdurante stato di ansia o di paura per la propria incolumità o per quella dei propri prossimi congiunti. La reiterazione richiesta dalla norma non deve necessariamente estendersi in un ampio arco temporale, essendo sufficiente la ripetizione delle condotte, indice dell'intento persecutorio dell'agente. Le dichiarazioni della persona offesa, pur se costituita parte civile, possono da sole fondare l'affermazione di responsabilità penale dell'imputato, previa verifica della loro credibilità soggettiva e attendibilità intrinseca. Il giudizio sulla concessione delle circostanze attenuanti generiche e sulla determinazione della pena, espressione del potere discrezionale del giudice di merito, è insindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti contraddittorio o privo di adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SCARLINI Enrico V. - Presidente

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. MOROSINI E. Maria - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matil - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/04/2018 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa MATILDE BRANCACCIO;
udito il Sostituto Procuratore Generale, Dott.ssa LORI PERLA, che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato, emesso il 26.4.2018, la Corte d'Appello di Palermo, ha confermato la sentenza del GIP del Tr…

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