Il provvedimento di confisca di prevenzione, divenuto definitivo, può essere revocato ai sensi dell'art. 28 del D.Lgs. n. 159 del 2011 solo sulla base di prove nuove e decisive, sopravvenute alla conclusione del procedimento, ovvero di prove preesistenti ma incolpevolmente scoperte dopo che la misura è divenuta definitiva. Non sono invece rilevanti, ai fini della revocazione, le prove deducibili ma non dedotte nel corso del procedimento di prevenzione, salvo che l'interessato dimostri l'impossibilità di tempestiva deduzione per causa a lui non imputabile, quale il caso fortuito o la forza maggiore. La ratio della disciplina legislativa è quella di realizzare la tendenziale stabilizzazione del giudicato in materia di prevenzione patrimoniale, consolidandone gli effetti nel massimo grado possibile. Pertanto, il rimedio straordinario della revocazione non può essere utilizzato per riaprire tardivamente una sequenza procedimentale ormai conclusa, deducendo prove che il proposto e gli interessati ben avrebbero potuto allegare in udienza. La prova nuova, rilevante ai fini della revocazione, deve essere ontologicamente sopravvenuta alla conclusione del procedimento di prevenzione, essendosi formata dopo di esso, ovvero preesistente ma incolpevolmente scoperta dopo che la misura è divenuta definitiva.