La revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività di guida turistica può essere legittimamente disposta dalla Pubblica Amministrazione competente qualora emerga l'accertamento di reiterati comportamenti scorretti o penalmente rilevanti da parte del professionista nell'esercizio della propria attività, anche in assenza di formali condanne penali, in applicazione dell'art. 20 della legge regionale n. 50 del 1985. L'amministrazione è tenuta a comunicare l'avvio del procedimento di revoca, ma tale adempimento può ritenersi assolto qualora il destinatario del provvedimento risulti irreperibile all'indirizzo comunicato, in quanto grava sull'esercente l'obbligo di mantenere la propria reperibilità ai fini dell'esercizio dei poteri di vigilanza e controllo da parte dell'amministrazione. La motivazione per relationem, che rinvia a documenti non allegati ma menzionati nel provvedimento, è legittima purché tali documenti siano comunque accessibili all'interessato, senza che sia necessaria la loro materiale allegazione. Il provvedimento di revoca dell'autorizzazione, adeguatamente motivato sulla base di specifici episodi di comportamento scorretto o penalmente rilevante, non è pertanto viziato da eccesso di potere, difetto di istruttoria o di motivazione, né da illogicità manifesta.