Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20223 del 8 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:20223PEN

Massima

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Il dolo di incendio, quale elemento costitutivo del delitto di cui all'art. 423 c.p., richiede la consapevolezza e la volontà dell'agente di cagionare un evento di fuoco che, per le sue caratteristiche e la sua violenza, tenda a propagarsi in modo da creare un effettivo pericolo per la pubblica incolumità. Pertanto, non ogni fuoco è di per sé qualificabile come incendio, essendo necessario che le fiamme divampino in vaste proporzioni, irrefrenabilmente, con potenza distruttrice, così da porre in pericolo un numero indeterminato di persone. Diversamente, quando l'azione sia diretta al solo danneggiamento della cosa altrui, senza la previsione di un evento incendiario con le suddette caratteristiche, ricorre la fattispecie meno grave di cui all'art. 424 c.p. (danneggiamento seguito da incendio). Ai fini della corretta qualificazione giuridica del fatto, il giudice è tenuto a verificare, sulla base di un'approfondita analisi delle risultanze istruttorie, non solo l'elemento soggettivo dell'agente, ma anche le concrete modalità e le dimensioni dell'evento combustivo, la sua capacità propagativa e la sua attitudine a mettere in pericolo l'incolumità pubblica. L'omessa o insufficiente motivazione su tali aspetti integra un vizio logico e giuridico della sentenza, che deve essere annullata con rinvio per un nuovo esame della questione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/06/2019 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa BONI MONICA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ((omissis)) che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza in data 13 giugno 2019 la Corte di appello di Napoli confermava la sentenza emessa dal G.u.p. …

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