Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6383 del 13 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:6383PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando dei poteri e delle funzioni connessi al proprio ufficio o servizio, si appropri di denaro o altra cosa mobile altrui di cui abbia la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, commette il reato di peculato, anche qualora tale disponibilità non rientri nella sua competenza funzionale specifica, essendo sufficiente che il rapporto con la cosa o il denaro altrui gli consenta di inserirsi di fatto nel maneggio o nella disponibilità degli stessi, rinvenendo nella pubblica funzione o nel servizio anche la sola occasione per un tale comportamento. Ciò in quanto l'elemento distintivo tra il peculato e la truffa aggravata ai sensi dell'art. 61 n. 9 c.p. va individuato con riferimento alle modalità del possesso del denaro o della cosa mobile altrui oggetto di appropriazione, ricorrendo la prima figura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio se ne appropri avendone già il possesso o comunque la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, e ravvisandosi invece la seconda ipotesi quando il soggetto attivo, non avendo tale possesso, se lo procuri fraudolentemente, facendo ricorso ad artifici o raggiri per appropriarsi del bene. Pertanto, il peculato sussiste anche quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, pur non avendo la competenza funzionale specifica per il maneggio del denaro o della cosa mobile altrui, abbia comunque la disponibilità degli stessi in ragione del suo ufficio o servizio, potendo egli abusare di tale disponibilità per appropriarsene.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi G. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 713/2014 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 14/10/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI GIOVANNI LOMBARDO;

sentite le conclusioni del PG Dott. GIALANELLA Antonio per il rigetto del ricorso;

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1. (OMISSIS) (indagato per il reato di concorso in peculato) ricorre per …

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