Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 33163 del 27 agosto 2024

ECLI:IT:CASS:2024:33163PEN

Massima

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Il ricorso per cassazione avverso la sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti è ammesso ai sensi dell'art. 448, comma 2-bis, cod. proc. pen. solo per motivi attinenti all'espressione della volontà dell'imputato, all'erronea qualificazione giuridica del fatto, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza e all'illegalità della pena o della misura di sicurezza. Pertanto, il ricorso che deduca vizi di motivazione quanto a mancata assoluzione ex art. 129 cod. proc. pen. deve essere dichiarato inammissibile con procedura de plano, in quanto tali censure esulano dalle ipotesi tassativamente previste dalla legge. All'inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, determinata in base ai criteri di equità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da:

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Presidente

Dott. GIORGI ((omissis)) - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedetto - Relatore

ha pronunciato la seguente

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
Si.St. nato a S il (Omissis)
avverso la sentenza del 12/03/2024 del TRIBUNALE di MILANO
udita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO COSTANTINI;
FATTO E DIRITTO
1. Con ricorso affidato al difensore di fiducia, Si.St. impugna la sentenza ex art. 444 cod. proc. pen. del Tribunale di Milano con cui gli è stata applicata la pena ritenuta di giustizia in ordine ai fatti di reato ascritti.
2. La difesa deduce vizi di motivazione quanto a mancata assoluzione ex art. 129 cod. proc. pen.
3. Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile c…

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