Il diritto di proprietà privata, pur essendo tutelato dall'ordinamento giuridico, non può essere esercitato in modo da arrecare pregiudizio agli interessi della collettività e agli altri diritti soggettivi. Pertanto, nell'ambito dell'attività edilizia, il rilascio di un permesso di costruire deve rispettare non solo i parametri urbanistici e le distanze minime tra edifici previsti dalla normativa, ma anche le esigenze di tutela del paesaggio, dell'ambiente e del decoro urbano. I vicini proprietari di immobili confinanti possono legittimamente contestare il rilascio di un permesso di costruire qualora l'intervento edilizio autorizzato, pur formalmente conforme agli standards urbanistici, risulti in concreto lesivo della loro situazione giuridica soggettiva, ad esempio compromettendo la visuale, l'illuminazione o l'areazione dei loro immobili. In tali casi, l'autorità amministrativa competente è tenuta a verificare attentamente la sussistenza di un interesse diretto, concreto ed attuale dei ricorrenti, nonché a valutare con particolare rigore la compatibilità dell'intervento edilizio con gli interessi pubblici e privati coinvolti, anche attraverso l'espletamento di idonee attività istruttorie. Laddove emergano profili di illegittimità, il giudice amministrativo può annullare il permesso di costruire rilasciato, ordinando l'adozione di misure idonee a ripristinare la situazione precedente o a mitigare gli effetti pregiudizievoli per i terzi.