Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 5142 del 3 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5142PEN

Massima

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Il possesso di un oggetto comunemente utilizzato, come un cacciavite, non integra automaticamente il reato di porto di oggetto atto ad offendere di cui all'art. 4 della Legge n. 110 del 1975, essendo necessario accertare, sulla base delle concrete circostanze di tempo e luogo, se tale oggetto fosse destinato ad un uso offensivo. Inoltre, la valutazione della prevalenza delle attenuanti generiche già concesse rispetto alle eventuali aggravanti deve essere effettuata dal giudice sulla base di un'analisi complessiva degli elementi oggettivi e soggettivi del reato, ai sensi dell'art. 133 c.p., senza che l'erroneo riferimento alla recidiva, non accertata, possa inficiare tale valutazione, purché il giudice abbia comunque considerato gli elementi favorevoli allegati dalla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato in (OMISSIS);

avverso la sentenza del 12/02/2013 della Corte d'appello di Bologna;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. PETRUZZELLIS Anna;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. IACOVIELLO ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte d'appello di Bologna, con sente…

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