Il giudice di legittimità, nel confermare la sentenza di condanna per furto aggravato, afferma che la responsabilità penale degli imputati può essere validamente accertata anche sulla base di prove indirette, come le dichiarazioni della persona offesa verbalizzate dalla polizia giudiziaria e acquisite con il consenso delle parti, nonché le testimonianze degli agenti che hanno assistito al fatto e bloccato gli autori del reato. L'aggravante della presenza di più persone nella commissione del furto è configurabile anche quando uno dei concorrenti sia riuscito a dileguarsi, essendo sufficiente l'accertamento della partecipazione di almeno tre soggetti all'azione delittuosa. Il giudice di merito è tenuto a fornire una motivazione chiara e logica, che evidenzi gli elementi di prova posti a fondamento della decisione, senza che il ricorrente possa semplicemente lamentare un risultato sfavorevole, senza individuare specifici vizi della motivazione. Il mancato esame diretto della persona offesa non inficia la validità della prova, quando le sue dichiarazioni siano state acquisite con il consenso delle parti e non risulti che la difesa abbia richiesto l'espletamento di una rogatoria per il suo esame.