Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44744 del 1 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:44744PEN

Massima

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Il reato di minaccia, di cui all'art. 612 c.p., è un delitto contro la libertà psichica che si realizza con il prospettare a taluno un male futuro il cui verificarsi dipende dalla volontà dell'agente. È un reato formale di pericolo per la cui integrazione è sufficiente che il male prospettato possa incutere timore nel soggetto passivo, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi di uno stato di intimidazione. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato, non rileva l'assenza di un concreto turbamento psichico nella vittima, né la presunta strumentalizzazione dell'episodio da parte di quest'ultima, essendo sufficiente che l'espressione utilizzata dall'agente, valutata nel contesto in cui è stata pronunciata, sia idonea a generare timore nel soggetto passivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 05/02/2008 TRIBUNALE di GELA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. PALLA STEFANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Iacoviello Francesco Mauro, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. Cianomella S..

MOTIVI DELLA DECISIONE

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