Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17010 del 23 aprile 2024

ECLI:IT:CASS:2024:17010PEN

Massima

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Il delitto di danneggiamento di beni collocati in ambiente penitenziario, sorvegliato e non accessibile a soggetti terzi, integra l'aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 7, c.p. e, pertanto, è procedibile d'ufficio, non potendosi ritenere che tali beni siano esposti alla pubblica fede. La mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche è adeguatamente motivata quando l'imputato abbia reso dichiarazioni non veritiere per scaricare la responsabilità sull'altro gruppo di detenuti e abbia distrutto oggetti per armarsi e porre in essere una condotta aggressiva, considerata di rilevante pericolosità, anche in ragione del fatto che le non gravi lesioni riportate sono correlate all'intervento degli agenti di polizia penitenziaria e non a un "spontaneo" arrestarsi dell'azione. Il mero riferimento a un fallo calcistico, quale possibile provocazione, non consente di scalfire la tenuta argomentativa della decisione che ha escluso tale circostanza attenuante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da:

Dott. DE MARZO Giuseppe - Presidente

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. CIRILLO Pierangelo - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

Dott. GIORDANO Rosaria - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
An.Ay. nato il (Omissis)
Al.Ah. nato il (Omissis)
avverso la sentenza del 03/04/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ROSARIA GIORDANO;
letta la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, FRANCESCA CERONI, che ha concluso per l'inammissibilità dei ricorsi;
lette le conclusioni del difensore del ricorrente Al.Ah., avv. MA.CA., che ha insistito per l'accoglimento del ricorso;
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Co…

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