Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5723 del 5 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5723PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La continuità criminosa tra reato associativo e reati-fine, o tra più reati associativi, non dipende dalla mera compatibilità strutturale tra le fattispecie, ma dalla verifica in concreto dell'identità del disegno criminoso, accertata dal giudice di merito sulla base di una valutazione complessiva delle circostanze del caso. Pertanto, l'interruzione del vincolo associativo, anche temporanea, esclude la possibilità di riconoscere la continuazione tra le diverse partecipazioni associative, in quanto ciò presuppone l'unitarietà del programma criminoso fin dall'origine. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza della continuazione, deve quindi tenere conto di tutti gli elementi fattuali rilevanti, come la durata della cesura associativa e l'eventuale modifica degli scopi e delle modalità dell'associazione, al fine di accertare se vi sia stata effettiva unità di disegno criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il provvedimento n. 149/2012 TRIBUNALE di ((omissis)), del 28/06/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROMBOLA' MARCELLO;

lette le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA Gabriele, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza 28/6/12 il Tribunale di ((omissis)), giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza di (OMISSIS) intesa al riconoscimento della continuazione tra i …

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