Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 48447 del 14 dicembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:48447PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di appello che ha confermato la responsabilità penale dell'imputato per i reati di minaccia, molestia e calunnia, afferma che la motivazione della sentenza impugnata, saldandosi perfettamente con quella di primo grado, costituisce un unico complessivo corpo argomentativo privo di lacune, in quanto ha dato congrua e ragionevole giustificazione degli elementi oggettivi e dei profili psicologici dei reati contestati, valorizzando i consistenti elementi di prova in atti e ribadendo il quadro dei dati di responsabilità, pesati nel loro insieme con rigore e correttezza. Pertanto, il procedimento probatorio che ha fondato l'affermazione di colpevolezza resiste alle censure di merito formulate dal ricorrente, il quale tenta una non consentita lettura alternativa degli eventi. Ne consegue che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza 24 febbraio 2011 della Corte di appello di Firenze.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal ((omissis)).

Sentito il Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. STABILE Carmine che ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

(OMISSIS) ricorre, a mezzo del suo …

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