Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21433 del 22 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21433PEN

Massima

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Il vincolo della continuazione tra reati associativi e reati fine non può essere automaticamente riconosciuto, ma richiede una valutazione concreta della previa e unitaria progettualità criminosa, tale da legare il reato associativo ai singoli reati fine. L'omicidio commesso nell'ambito dell'attività di un'associazione per delinquere, pur rientrando tra le attività del gruppo criminale, può non essere frutto di una preventiva e concreta ideazione comune al reato associativo, ma rappresentare l'epilogo di una serie di fatti e circostanze del tutto non previste e non prevedibili, come l'arresto e la scarcerazione di un soggetto, l'omicidio di un altro soggetto che intendeva subentrare nel controllo dell'associazione e l'urgenza di riprendere il controllo dell'associazione. In tali casi, il vincolo della continuazione non può essere riconosciuto, in quanto manca la previa e unitaria progettualità criminosa necessaria per l'applicazione dell'istituto. Il giudice è tenuto a motivare in modo chiaro e puntuale le ragioni per le quali ritiene che non sussista il vincolo della continuazione, senza essere vincolato a decisioni precedenti che siano state annullate dalla Corte di Cassazione per errori di diritto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. RA. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 14/05/2008 CORTE ASSISE APPELLO di MILANO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FEDERICO RAFFAELLO;

Vista la requisitoria del Procuratore Generale presso questa Corte che ha chiesto che il ricorso venga dichiarato inammissibile.

MOTIVI DELLA DECISIONE

La Corte d'Assise d'Appello di Milano, con ordinanza del 14.5.2008 deli…

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