Tribunale Amministrativo Regionale Sicilia - Catania sentenza breve n. 1786 del 2013

ECLI:IT:TARCT:2013:1786SENB

Massima

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Il titolare di una licenza di commercio di oggetti preziosi può essere legittimamente privato del relativo titolo autorizzatorio qualora l'Amministrazione accerti, anche sulla base di elementi indiziari desumibili da provvedimenti giudiziari, che il medesimo abbia abusato della propria posizione ricettando e fondendo oggetti preziosi di provenienza furtiva, in tal modo compromettendo gravemente i requisiti di affidabilità morale e professionale richiesti per l'esercizio di tale attività. In tali ipotesi, l'Amministrazione, nell'esercizio del proprio potere discrezionale di revoca previsto dall'art. 10 del R.D. n. 773/1931, è tenuta a compiere una valutazione autonoma dei fatti, senza doversi necessariamente attenere agli esiti del procedimento penale, anche laddove questo si sia concluso con una sentenza di patteggiamento, la quale, ai sensi dell'art. 445, comma 1-bis, c.p.p., non produce effetti vincolanti nei giudizi civili ed amministrativi. La gravità dell'abuso accertato, che ha consentito al titolare della licenza di agevolare l'attività di un'organizzazione criminale dedita ai furti e alla ricettazione di preziosi, rende irrilevante la circostanza che lo stesso non abbia in precedenza subito sanzioni penali o amministrative, atteso che l'eccezionale gravità del comportamento tenuto è di per sé sufficiente a giustificare la revoca del titolo autorizzatorio, in quanto idonea a far venir meno i requisiti di affidabilità morale e professionale richiesti per l'esercizio di tale attività.

Sentenza completa

N. 01127/2013
REG.RIC.

N. 01786/2013 REG.PROV.COLL.

N. 01127/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia

sezione staccata di Catania (Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 1127 del 2013, proposto da:
Riccardo Musumeci, rappresentato e difeso dall’Avv. Ignazio Cassaniti, con domicilio presso la Segreteria del Tar di Catania, in Catania, Via Milano 42/a;

contro

Ministero dell’Interno (Questura di Catania), in persona del Ministro pro-tempore, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Catania, domiciliataria in Catania, Via Vecchia Ognina 149;

per l’annullamento

del decreto del Questore di Catania Cat. 14.E/P.A.S/2013 in data 13 febbraio 2013.

Visti il ricorso e i relat…

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