Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15058 del 18 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:15058PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, subisce condotte violente e intimidatorie volte ad impedirne l'attività, può legittimamente configurare i reati di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, in quanto tali condotte integrano due autonome fattispecie criminose. La ricostruzione dettagliata della dinamica dei fatti, fondata sulle dichiarazioni testimoniali degli agenti intervenuti, consente di accertare la sussistenza di tali reati, anche in assenza di un'aperta e diretta opposizione all'esercizio delle funzioni pubbliche, laddove emerga una pervicace insofferenza dell'imputato al legittimo intervento dell'autorità. La determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui all'art. 133 c.p., tiene conto della gravità della condotta, della modalità esecutiva e dell'intensità del dolo manifestato, senza che ciò comporti un vizio di motivazione, così come il diniego della conversione della pena detentiva in quella pecuniaria, ove risulti giustificato sulla base delle circostanze del caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 2288/2007 CORTE APPELLO di BARI, del 22/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/02/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CARCANO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Riello L., che ha, concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente al delitto di cui all&#…

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